Leo, per una serie di vicissitudini, è entrato a far parte della nostra famiglia a fine settembre del 2018, quando aveva 6 mesi circa.
Proviene dal Sud, figlio di genitori randagi, si presume sia stato trovato con i fratelli e portato in un rifugio.
L’anima del randagio e la difficoltà con l’ambiente umano e, soprattutto, la diffidenza verso gli esseri umani si è vista da subito. Nel nostro gruppo ha trovato altri 4 cani e per questo motivo io non interferivo, non gli chiedevo nulla, lasciavo fossero i cani a dargli indicazioni e spiegargli quali fossero le regole sociali all’interno del nostro gruppo.
Però… Io, la solita umana romantica, lo guardavo con “occhi a cuoricino” e mi dicevo “Poverino, chissà quanto hai sofferto…”. Quello che invece mi dicevano gli altri cani era ben diverso. Lo sgridavano spesso e, a volte, con modi molto decisi; per Rocky, per esempio, era un vero e proprio lavoro quotidiano far mantenere all’adolescente un profilo basso.
Per me è stato faticoso perché capivo che Rocky aveva ragione, ma la mia pancia diceva il contrario. Era quindi un continuo “duellare” fra loro, ma avevano capito perfettamente quello che io avevo dentro. Nei confronti di Rocky c’era anche il senso di colpa, da parte mia, dato dal fatto che in certi momenti lo detestavo: ero arrivata a un punto di non essere più in grado di reggere le sgridate che Rocky faceva continuamente a Leo. Anche Maya alzava molto la voce con il nuovo del gruppo.
Dopo qualche tempo ho realizzato che per il benessere di tutto il gruppo il cambiamento doveva partire da me. Ho iniziato a osservarli e a dare fiducia soprattutto a Rocky e quando ho compreso la fatica e il carico emotivo di questo cane, per portare l’equilibrio all’interno del gruppo, mi sono vergognata dei miei “occhi a cuoricino”.
Quello che faccio adesso è sostenere Rocky, mi fido degli interventi che fa e non lo giudico. Abbiamo anche provato ad abbassare un poco la guardia, ma non troppo, perché Leo se ne approfitta subito.
Credo che Leo all’interno del gruppo sia un elemento importante e che gli altri cani gli riconoscano le abilità sociali che ha come quella, per esempio, di inserirsi in un gruppo di cani già formato.
Da circa un mese anche Rocky si sente più tranquillo e riesce a sdraiarsi con tutto il gruppo; infatti, stanno cambiando le dinamiche e stanno approfondendo la conoscenza e i rapporti tra loro.
Più sono tranquilla e serena io, più lo sono loro: OSMOSI 🙂